Quali consigli per lo sport nei bambini asmatici?

Esistono alcuni punti importanti che consiglio di non trascurare se si vuole centrare l’obiettivo di rendere lo sport, per il bimbo asmatico, un momento importante e creativo della sua vita, senza che questo possa rappresentare un rischio per la sua sicurezza.

Tra questi:

  • scegliere uno sport che, prima di tutto, lo diverta e che abbia caratteristiche tecniche compatibili con la struttura fisica del bambino, senza le quali esiste il rischio concreto di affaticarlo oltre il consentito e di frustrarne pericolosamente le aspettative;
  • valutare con lo specialista l’opportunità di esposizione ed i tempi di permanenza all’aria fredda durante la pratica sportiva nel periodo invernale (sci, snow board, pattinaggio, hockey su ghiaccio, podismo, atletica, ecc.);
  • nel caso di allergia agli acari della polvere, valutare con lo specialista l’opportunità e le misure di prevenzione degli accessi asmatici derivanti dalla pratica sportiva in ambienti chiusi in cui sia impossibile o difficile evitare il contatto con l’allergene, per concordare l’eventuale e più opportuna premedicazione farmacologica (inalazioni preventive con farmaci dedicati) ed i consigli pratici per limitare i rischi.
    Nel caso di palestre troppo polverose sarà opportuno evitare non tanto “quel tipo di attività sportiva”, quanto “quella palestra”;
  • se il bimbo sceglie il nuoto, valutare l’eventuale frequentazione di piscine prive di cloro (sterilizzazione dell’acqua con ozono) nel caso in cui il bimbo sia sensibile ai suoi vapori, contattando eventualmente le istituzioni sportive autorizzate, (CONI, ecc.) per farsi indicare le sedi riconosciute;
  • in caso di pratica sportiva all’aria aperta (attività abituale o competizioni) in asmatici allergici ai pollini, non dimenticare mai di definire con lo specialista luoghi e periodi dell’anno in cui i rischi si mantengono contenuti, senza dimenticare la necessità di una corretta gestione e di un impiego temporaneo dei farmaci antiasmatici e antiallergici;
  • accertarsi che il bambino abbia con sé i farmaci “al bisogno” e abbia correttamente assunto la terapia prescritta dallo specialista (spray predosati, compresse, aerosol, ecc.) prima di iniziare l’attività sportivaù;
  • lasciare sempre al bimbo una copia scritta della terapia in corso comprendente le misure più efficaci da mettere in atto in caso di crisi asmatica, comunicando tutto ciò all’allenatore o alla persona preposta alla sicurezza del bambino durante l’attività sportiva;
  • concordare con lo specialista un’attività fisica che risulti congrua, per intensità e durata, con le caratteristiche fisiche e temperamentali del bambino, indipendentemente dallo sport prescelto;
  • l’inizio dolce e senza acuti della pratica sportiva (riscaldamento lento e progressivo) comporta meno rischi di scatenare crisi asmatiche da sforzo (“asma da sforzo”) legate ad un troppo rapido raffreddamento o ad un’eccessiva iperventilazione delle vie aeree all’inizio dell’impegno, specie in bambini con iperreattività bronchiale aspecifica; 
  • insegnare al bimbo asmatico che lo sport è e dev’essere, prima di tutto, un piacere personale che, senza assoluta preclusione di una dimensione agonistica mantenuta entro i limiti dell’intelligenza, dev’esser concepito per “far bene” e non per nuocere, assistendo e rimanendo accanto al piccolo sportivo nell’accettare una dimensione dello sport che escluda quegli eccessi di rivalità a rischio di trasformare un momento favorevole e salutare in un piccolo dramma.